Nella mia esperienza lavorativa, oltre al meraviglioso mondo delle persone che incontro in studio, ho avuto la fortuna di avere degli insegnanti favolosi: i bambini da 1 a 3 anni e le persone over 65. Lavorare con le due fasce estreme della vita mi ha fatto crescere molto e mi ha insegnato a trovare la via per stare in equilibrio. Durante l’attività decennale nel nido d’infanzia ho avuto modo di osservare la curiosità, la meraviglia e la tenacia dei bambini che attraverso le routine quotidiane e le stimolazioni ambientali e relazionali hanno appreso il “si può fare”, spostando sempre un po’ più in là l’asticella del loro limite.
Qual è il tuo senso del limite? La velocità! (risposta di un bambino di 5 anni)
Il concetto del senso del limite è molto attuale e interessante perché è legato allo sviluppo psichico: accettare i propri limiti ed essere pronti a sfidarli sono due aspetti fondamentali che contribuiscono al benessere psicologico. Un cucciolo d’uomo nel pieno della propria sperimentazione corporea e mentale è incuriosito dal mondo e quindi appare più incline a mettersi in gioco, un anziano invece sentendo il tradimento del corpo che si raggrinzisce e appassisce, si ritrova di più a sentire il limite come un blocco che gli impedisce di osare.
Nel bambino è presente una spinta innata al movimento, all’uscire dalla propria zona di comfort, allo sperimentare attraverso gli stimoli che gli arrivano dal mondo circostante. Una persona over 65 tendenzialmente sente invece un fermo, il corpo e la mente, che cominciano a perdere elasticità e freschezza, gli rimandano di rallentare.
Anni alla vita o vita agli anni?
Ho lavorato undici anni in Rsa e sul territorio, soprattutto occupandomi di persone affette da demenza e loro caregiver e ho osservato come le sindromi legate alla terza e quarta età abbiano un effetto devastante a livello psicologico: aumenta il senso di arrendevolezza e di annichilimento, l’abbandono di molte attività e passioni genera un abbattimento emotivo e mentale.
Ho partecipato alla progettazione di molti interventi di terapie non farmacologiche per cercare di ridare vitalità e tono alle persone anziane fragili ricoverate in Rsa o a domicilio, eppure mi sono resa conto che il danno iatrogeno legato all’eccesso di farmacoterapia e all’istituzionalizzazione sono troppo forti per contrastare il lento e inesorabile declino delle persone anziane fragili (sia affette da demenza, che con patologie motorie o fisiche gravi).
La demenza viene considerata l’epidemia silente del XXI secolo e nel corso degli anni di lavoro in Rsa ho visto persone sempre più compromesse cognitivamente e con gravi patologie croniche. Come si dice abbiamo dato anni alla vita, abbiamo quindi aumentato la quantità di tempo della vita, ma la qualità, com’è la qualità di vita mediamente di una persona anziana?
La risposta è ovvia: ci stiamo avvicinando al momento in cui l’età media di una donna arriverà a 100 anni e poco meno quella di un uomo… eppure la loro qualità di vita è nel 90% dei casi inversamente proporzionale alla loro età. Ciò significa che si vive più a lungo ma con una qualità di vita sempre peggiore.
Si può fare!!!
Ecco che quando ho conosciuto la Grande Via ho capito che può esserci un modo alternativo e sano per arrivare alla terza e quarta età della vita. Ero molto in conflitto con me stessa e mi sentivo intrappolata nel lavoro in Rsa perché non vedevo vie evolutive per far vivere in modo gioioso e leggero gli ultimi anni della vita di queste persone.
In questi ultimi tre anni, insieme allo staff de La Grande Via abbiamo organizzato 6 eventi per un totale di 12 settimane di sperimentazione in cui le persone soggiornano insieme a noi e trascorrono le giornate secondo il metodo ideato da Enrica Bortolazzi e Franco Berrino: ho toccato con mano e visto con i miei occhi che l’applicazione delle tre Vie (alimentazione prevalentemente vegetale e biologica basata su cereali integrali in chicco, legumi e verdure di stagione, attività ed esercizi fisici quotidiani e una vita spirituale attiva) ha apportato in soli 10/15 giorni dei cambiamenti significativi e radicali nelle persone.
Ho in mente dei volti completamente trasformati anche solo dopo una settimana di esperienza: sentire il corpo purificato e leggero, eseguire ogni giorno pratiche motorie e spirituali e stare a stretto contatto con la natura ha trasformato il motto ”ormai sono vecchia” in “si può fare”.
Anche le persone che sono arrivate ai seminari molto appesantite dagli eventi della vita e da patologie croniche che hanno segnato loro il corpo, la mente e l’anima sono riuscite, anche grazie alla presenza del gruppo, ad uscire dalla loro comfort zone per provare esperienze nuove, avendo il coraggio alle volte di osare!
Ho osservato i loro sguardi illuminarsi e irradiarsi di gioia quando sono riusciti a fare cose che era da tempo che non facevano più: ballare, stimolare la neuro-plasticità cerebrale attraverso esercizi e attività motori, digiunare e sentirsi più forti e con più energia…
I benefici, oltre che nel corpo, si sono osservati soprattutto a livello emotivo e psicologico, dove le persone hanno percepito un aumento del livello di stima di sé, di ottimismo nell’affrontare le sfide della vita e di maggior fiducia nel futuro.
Quindi possiamo dedurre che le due estremità della vita sono complementari e connesse: anche a 65 anni si può fare ed osare come fa un bambino di 2 anni!
In effetti i partecipanti ai nostri corsi spesso sono persone più giovani, quarantenni e cinquantenni che già vogliono progettare la loro longevità in salute, gioiosa e leggera come il sole di aprile!