I diverticoli sono delle piccole sacche che si formano nella parete dell’intestino attraverso aree di minore resistenza. Possono svilupparsi in tutti i distretti dell’apparato digerente, ma sono maggiormente frequenti a livello del colon. Nel 90% dei casi la parte del colon più colpita è il sigma (colon sx), ma anche altre parti del colon possono essere colpite anche se in percentuale ridotta. L’80% dei pazienti con diverticoli sono asintomatici, solo il 20% avrà una diverticolite acuta e lo 0.5% una complicanza.
Il colon è come un lombrico, si muove in continuazione per permettere la progressione del materiale fecale: le fibre vegetali possono costituire la parte preponderante di questo materiale fecale pertanto se il colon non trova materiale sufficiente nel suo lume, la spinta diventa forzata e a vuoto e questo sforzo determina la formazione dei diverticoli.
Quali sono i sintomi di questa condizione?
Nella maggior parte dei casi la diverticolosi non dà alcun disturbo e può essere scoperta casualmente nel corso di un accertamento endoscopico (colonscopia) o radiologico (clisma opaco, TAC..). Si manifesta invece clinicamente quando uno o più diverticoli vanno incontro ad una vera infezione acuta con il manifestarsi di sintomi come dolore addominale al fianco sinistro, febbre, a volte diarrea e gonfiore addominale: si parla allora di diverticolite acuta (infiammazione dei diverticoli) che spesso richiede il ricovero ospedaliero. Nella maggior parte dei casi tale condizione regredisce con una terapia antibiotica, ma nei casi più gravi (peritonite performativa; stenosi infiammatoria, fistolizzazione, enterorragia) può rendersi necessario un intervento chirurgico d’urgenza.
Intervenire con la giusta alimentazione
Al gastroenterologo spetta quindi il compito di consigliare la dieta più appropriata e gli eventuali accertamenti per monitorare l’evoluzione della diverticolosi ed evitare gli episodi di diverticolite acuta.
Una dieta ricca di fibre potrebbe ridurre il rischio che la diverticolosi diventi nel tempo sintomatica.
E’ormai accertato che una dieta a scarso contenuto di fibre vegetali è la principale causa della formazione dei diverticoli. E questo spiega anche il motivo per cui vediamo sempre più casi di diverticolosi in età giovanile a causa di una alimentazione sempre più raffinata, ricca di amidi e sempre più carente di fibra. Se venti anni fa veniva considerata una patologia dell’anziano, oggi non è più così.
E allora quanto la dieta può aiutare?
All’ultimo Congresso Nazionale delle Malattie Digestive tenutosi a Roma la primavera scorsa, si è ribadita l’importanza della FIBRA ed il suo ruolo chiave.
Chi consuma fibra regolarmente va meno incontro ad episodi di diverticolite acuta. Coloro che assumono fibra hanno un rischio ridotto di ospedalizzazione. Vegani e vegetariani hanno un minor rischio di sviluppare i diverticoli così come chi consuma tanta fibra.
Di contro le persone in sovrappeso ed obese hanno un maggior rischio di sviluppare i diverticoli. Pertanto è fondamentale correggere lo stile di vita con una adeguata attività fisica che si è visto ridurre il rischio di sviluppare i diverticoli; in particolare la corsa ha dato ottimi risultati.
Quando invece la fibra va eliminata? Nella fase acuta! Spenta la fase acuta si potrà gradualmente reintrodurla.
Il processo di reintroduzione dovrà essere graduale per evitare disturbi fastidiosi come meteorismo e flatulenza, iniziando con l’introduzione di prodotti a base di cereali integrali (cereali in chicco, pasta e riso integrale..) due-tre volte alla settimana e consumando due-tre porzioni di frutta e verdura ogni giorno. Anche il consumo dei legumi deve essere promosso, spesso i pazienti con diverticolosi hanno paura di assumere i legumi, ma in realtà si possono consumare purchè decorticati (senza buccia esterna) iniziando con piccole dosi (uno-due cucchiai) e partendo con le lenticchie rosse decorticate. In questo modo riusciremo a ridurre le porzioni di carne rossa e di cibi troppo raffinati che non aiutano la peristalsi intestinale.
In conclusione tale patologia non è scevra di rischi, ma può ben essere tenuta sotto controllo facendo periodici controlli dallo specialista gastroenterologo ed adottando un corretto stile di vita.