In un mondo in cui l’industria alimentare spesso privilegia il profitto, è essenziale tornare a scelte consapevoli e responsabili, per noi e per il pianeta.
Ognuno di noi è convinto di seguire un’alimentazione adeguata, magari perché scegliamo cibi che ci piacciono e che pensiamo facciano bene al nostro corpo. Ma siamo sicuri che sia davvero così? Se ci nutrissimo in modo perfetto, saremmo quasi tutti in salute. L’OMS stima che il 75% delle malattie dipenda dall’alimentazione. In un mondo ideale, gli ospedali servirebbero solo per emergenze traumatiche o patologie non legate allo stile di vita e alla nutrizione.
Come ciò che mangiamo influenza la nostra salute
Quello che mangiamo condiziona profondamente il nostro corpo. Anche se il nostro organismo cerca costantemente di riparare i danni provocati da uno stile di vita scorretto, ci ritroviamo in una continua lotta contro i nutrienti dannosi che rischiano di farci ammalare. La buona notizia è che possiamo intervenire. Basta fermarsi e riflettere su ciò che introduciamo nel nostro corpo, chiedendoci: “Questo cibo mi farà bene?” e “Come è stato prodotto? Contiene sostanze che possono compromettere la mia salute?”.
Il famoso detto buddhista del VI secolo a.C., ripreso poi dal filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, ci ricorda: “Siamo ciò che mangiamo”. Questo ci invita a considerare ogni alimento come qualcosa che non solo nutre, ma che ha effetti profondi sul nostro organismo, fino al livello cellulare.
Abbiamo la libertà di scegliere cosa mangiare, ma non possiamo scegliere le conseguenze di quelle scelte. Possiamo però controllare la qualità di ciò che assumiamo, preferendo cibi non trattati con sostanze chimiche o pesticidi tossici, e optando per alimenti non trasformati dall’industria. Il creato ci offre già tutto ciò di cui abbiamo bisogno, e siamo in sintonia con la natura quando ci nutriamo principalmente di prodotti vegetali e integrali.
Gli effetti dell’industrializzazione sull’alimentazione
Con l’industrializzazione, però, abbiamo introdotto un modello agricolo che rende difficile ottenere cibi completamente incontaminati. Il conflitto tra l’industria, guidata dal profitto, e una visione etica della salute umana è evidente. Le aziende puntano al massimo rendimento economico, spesso a discapito della vera salubrità dei prodotti che mettono sul mercato. Spetta a noi, come consumatori, informarci e scegliere produttori che rispettano l’ambiente, evitando pesticidi e fertilizzanti tossici.
Le leggi attuali offrono una protezione solo formale. In realtà, molte industrie continuano a inquinare e a sfruttare i terreni senza preoccuparsi del futuro. Le monocolture intensive impoveriscono il suolo, costringendoci a utilizzare fertilizzanti chimici per ottenere raccolti adeguati, ma a quale prezzo per la nostra salute?
Purtroppo, il danno provocato dai contaminanti presenti nel cibo non si vede subito, ma si accumula nel tempo, causando una tossicità lenta e uno stato di infiammazione cronica che mette sotto stress il nostro sistema immunitario. Questo porta a malattie neurodegenerative e altre patologie croniche.
L’importanza di una dieta biologica
Una dieta il più possibile biologica diventa quindi una garanzia per ridurre l’accumulo di sostanze nocive. E questo non riguarda solo i vegetali, ma anche gli animali di allevamenti intensivi, i cui prodotti, come carne, latte e uova, contengono le tossine accumulate attraverso l’alimentazione.
In conclusione, quello che seminiamo nella terra e come nutriamo gli animali ci viene restituito. Se trattiamo la terra con cura e rispetto, raccoglieremo frutti sani. Altrimenti, le conseguenze si faranno sentire nel tempo, non solo per noi, ma anche per le generazioni future.
Il rischio di alterazioni genetiche dovute alle tossine
Infine, dobbiamo essere consapevoli che le tossine introdotte possono alterare lentamente il nostro patrimonio genetico, portando alla formazione di cellule tumorali, che si moltiplicano velocemente a discapito della salute delle altre cellule.