Luce, ritmi circadiani e salute

Il ritmo circadiano umano—dal latino circa diem, “intorno al giorno”—è un sistema biologico endogeno con un periodo di circa 24 ore. La sua regolazione dipende dai cosiddetti zeitgeber (“donatori di tempo”), tra i quali la luce è il più potente

Perché rispettare il buio (soprattutto in inverno)

Il ritmo circadiano umano—dal latino circa diem, “intorno al giorno”—è un sistema biologico endogeno con un periodo di circa 24 ore. La sua regolazione dipende dai cosiddetti zeitgeber (“donatori di tempo”), tra i quali la luce è il più potente. Il nucleo soprachiasmatico (SCN), situato nell’ipotalamo, integra tali segnali per coordinare gli orologi periferici presenti in tutti i tessuti. Alimentazione, attività fisica e routine quotidiane rappresentano zeitgeber secondari, ma è la luce a determinare gran parte dell’allineamento con l’ambiente esterno.

Luce e biologia circadiana: come funziona

Le cellule gangliari retiniche contenenti melanopsina mostrano una sensibilità massima attorno ai 480 nm, nel range della luce blu. Questa banda spettrale è in grado di sopprimere la melatonina e di spostare la fase circadiana. L’effetto è più marcato nelle ore serali, quando l’organismo entra fisiologicamente nella fase pre-sonno.

Una sola esposizione serale a luce ricca di blu può determinare uno shift del picco di secrezione della melatonina fino a 2–3 ore, con conseguenze dirette sulla qualità del sonno, sull’umore e sul metabolismo.

Non solo troppa luce: anche troppa poca luce naturale

Il problema moderno non deriva soltanto dall’eccesso di luce artificiale serale o dagli schermi digitali, ma anche dalla drastica riduzione dell’esposizione alla luce naturale diurna. Passiamo la maggior parte del tempo in ambienti chiusi con illuminazioni che raramente superano i 200–500 lux, mentre la luce solare diurna, anche in giornate nuvolose, si aggira tra 10.000 e 100.000 lux.

La carenza di luce naturale indebolisce la sincronizzazione circadiana e ci rende più vulnerabili agli effetti della luce artificiale serale. Questa combinazione—meno luce naturale di giorno, più luce blu di sera—contribuisce in modo significativo ai disturbi del sonno e all’aumento del disallineamento circadiano.

Un problema “storico”: dall’invenzione della lampadina allo stile di vita notturno

L’introduzione della lampadina nel XIX secolo (commercializzazione su larga scala dal 1879) ha permesso di estendere artificialmente la giornata. Con essa sono arrivate l’illuminazione industriale, il lavoro notturno e una crescente separazione dai cicli naturali luce-buio.

Oggi, oltre alla luce LED e ai neon, contribuiscono al problema:

  • l’aumento dell’illuminazione fredda negli ambienti domestici e urbani,
  • l’esposizione serale prolungata agli schermi,
  • lo spostamento delle attività ricreative nelle ore notturne, spesso unico momento di “pace” nella giornata,
  • la scarsa esposizione mattutina a luce intensa, fondamentale per stabilizzare il ritmo circadiano.

Questo insieme di fattori crea una condizione cronica di misalignment circadiano, associata a disturbi del sonno, calo di performance, alterazioni metaboliche e vulnerabilità emozionale.

Dalla medicina antica alla scienza moderna della luce

L’idea che la luce abbia un effetto terapeutico non è nuova: già Ippocrate descriveva la pratica dell’elioterapia, riconoscendo l’impatto benefico dell’esposizione al sole sulla salute.

In epoca moderna, un contributo fondamentale è arrivato da Norman E. Rosenthal, che nel 1984 descrisse per primo il Seasonal Affective Disorder (SAD), dimostrando la relazione tra carenza di luce, umore depresso e stagionalità. Le sue ricerche hanno fondato l’uso clinico della light therapy, oggi uno standard nel trattamento dei disturbi affettivi stagionali e dei disallineamenti circadiani.

Cosa possiamo fare: soluzioni pratiche

Durante il giorno

  • Esporsi a luce naturale appena svegli, idealmente 30 minuti.
  • Se non possibile, utilizzare lampade da light therapy certificate (10.000 lux).

Nelle ore serali

  • Ridurre drasticamente l’esposizione a luce fredda e luce blu.
  • Preferire illuminazione calda (≤2700 K) e intensità basse.
  • Utilizzare lampade, candele, lampade di sale o illuminazione indiretta.

In casa

  • Lampadine a spettro caldo nelle camere da letto.
  • Sistemi smart che simulano alba e tramonto.
  • Evitare ambienti “a giorno” dopo cena: la casa non deve essere illuminata come uno stadio.

Dispositivi elettronici

  • Attivare modalità “notte” o luce calda.
  • Limitare l’uso nelle 2 ore precedenti il sonno.

 

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