Le raccomandazioni dei cardiologi
Nel 2016 l’Associazione dei cardiologi americani, la potentissima e autorevole American Heart Association, ha pubblicato su una delle principali riviste cardiologiche mondiali – Circulation — una presa di posizione importante circa il danno che lo zucchero fa ai bambini.
Punto primo: non dare zucchero ai bambini nei primi due anni di vita, perché quello che mangiano i bambini nei primi anni sarà qualcosa che piacerà e richiederanno anche in seguito.
Punto secondo: negli anni successivi, lo zucchero costituisca meno del 5 per cento delle calorie totali consumate e le bevande zuccherate non siano più di una lattina alla settimana.
Sono raccomandazioni basate sugli studi che hanno dimostrato una forte relazione fra il consumo di zucchero e l’obesità, l’ipertensione, le dislipidemie (colesterolo LDL e trigliceridi troppo alti nel sangue) e il diabete.
La correlazione tra bevande zuccherate e cancro
Due anni prima il Codice europeo contro il cancro aveva raccomandato — e due anni dopo il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro ha ribadito — di evitare le bevande zuccherate e di limitare i cibi industriali ricchi di grassi e zucchero.
La ragione di queste raccomandazioni era che gli obesi si ammalano di più di cancro e che le bevande zuccherate e lo zucchero sono una causa importante di obesità, ma poi più studi riscontrarono che chi consuma regolarmente bevande zuccherate si ammala più di cancro anche indipendentemente dall’obesità.
Decine di studi hanno analizzato la relazione fra bevande zuccherate e malattie croniche. A oggi quindici studi hanno esaminato l’incidenza del cancro e il risultato medio è di un aumento del 17 per cento per chi consuma una lattina al giorno.
Aumenti significativi sono stati riscontrati per i tumori della mammella, della prostata, del pancreas e del colon. Rischi dello stesso ordine di grandezza sono stati osservati per la malattia coronarica e per il diabete.
Gli studi che hanno analizzato la relazione con la mortalità totale (ogni causa di morte) trovano che mediamente aumenti di circa 8 per cento per ogni lattina consumata al giorno.
Perché le bevande “zero” non sono una soluzione
È l’eccessivo consumo di zucchero che fa ammalare, ma paradossalmente anche gli studi sulle bevande «zero» (dolcificate artificialmente o con la stevia) danno risultati simili, sia per il cuore, sia per il diabete, sia per il cancro, con rischi in genere un po’ più bassi.
Come può una bibita senza zucchero aumentare il diabete?
La ragione è che abbiamo recettori per il gusto dolce non solo in bocca, ma anche nell’intestino e quando arriva qualcosa circa 200 volte più dolce dello zucchero, come l’aspartame o la stevia, l’intestino spalanca le porte per assorbire il glucosio.
Se mettiamo una fogliolina di stevia nella nostra tisana e non mangiamo niente non può salire la glicemia, ma se mangiamo anche solo un biscottino la glicemia salirà di più che se ci avessimo messo lo zucchero.
Stiamo lontani non solo dalle lattine rosse ma anche da quelle nere o verdi! Meglio i succhi di frutta senza zucchero, ma ci sono studi che mostrano aumenti di rischio anche con questi. Meglio la frutta!
Attenzione a chi finanzia gli studi scientifici
Nel leggere gli articoli scientifici occorre anche prestare attenzione a chi ha finanziato gli studi.
Le bevande zero sono state molto pubblicizzate perché contrariamente a quelle zuccherate non farebbero ingrassare, ma è bene diffidare.
Un’indagine su chi ha finanziato gli studi ha dato risultati sorprendenti: 18 studi su 22 che hanno trovato un beneficio erano finanziati dall’industria, ma solo uno su dieci studi finanziati con fondi pubblici lo ha confermato.
Un aspetto tristemente divertente è che i quattro studi legati all’industria che non hanno trovato beneficio erano finanziati da industrie concorrenti.
Ridurre il consumo di bevande zuccherate
Un aspetto inquietante delle bevande zuccherate è che peggiorano gravemente la prognosi di chi è malato di cancro, con una mortalità all’incirca del 30 per cento superiore per ogni lattina consumata al giorno. Lo si è visto in chi è stato operato di tumore al colon, alla mammella, alla gola e all’esofago.
E in molti ospedali ci sono distributori di bevande zuccherate anche nei reparti oncologici, nell’indifferenza dei medici. Così come ci sono distributori di bevande zuccherate nelle scuole superiori, nell’indifferenza dei presidi.
I bambini americani consumano mediamente 113 litri di bevande zuccherate all’anno, ben più di un bicchiere al giorno, se ne potrebbe riempire una vasca da bagno. In Italia il consumo medio pro-capite (adulti e bambini) è di 53 litri all’anno, probabilmente più alto nei bambini che negli adulti.
È un business enorme, sostenuto da decine di milioni di dollari investiti in pubblicità ogni anno. Ben difficilmente i governi riusciranno a ridurne significativamente il consumo. Dobbiamo difenderci da soli!