Lo Shinrin-Yoku (森林浴, letteralmente, “bagni di foresta”) in Giappone è una terapia riconosciuta dal punto di vista medico, testata e comprovata.
La medicina giapponese documenta da decenni il rapporto salutare tra uomo e foresta: a contatto con una concentrazione di alberi, l’uomo riduce stato di stress, ansia, depressione, livello di cortisolo, frequenza cardiaca e pressione arteriosa, oltre che beneficiare di una diminuzione dello stato infiammatorio cronico, dell’accelerazione del processo digestivo, di aumento dell’energia, miglioramento del sonno e rafforzamento delle difese immunitarie.
Sono sufficienti anche brevi periodi di cammino in foresta, dell’ordine di mezz’ora-un’ora, per riscontrare effetti fisiologici, ed è logico ipotizzare che periodi più lunghi abbiano un impatto significativo sul rischio di sviluppare o di aggravarsi di patologie croniche.
Di seguito illustriamo alcuni risultati ottenuti dagli studi svolti in Giappone e in Corea, e gli esiti dell’ampio studio sul cortisolo svolto da La Grande Via.
Dal 2021 abbiamo analizzato alcuni parametri medici dei partecipanti al progetto La Via delle Foreste, prima e dopo essere esposti alla terapia della foresta. La raccolta e l’analisi degli esami e dei dati rilevati è stata supervisionata dal medico epidemiologo Franco Berrino e dal comitato scientifico de La Grande Via.
Gli esiti di questa ambiziosa sperimentazione, che mira a quantificare con dati scientifici il beneficio dell’immersione in foresta, hanno ampliato gli studi già pubblicati e hanno confermato i benefici di questa terapia sulla salute.
Per rigenerare il sistema nervoso e immunitario, in Giappone consigliano uno Shinrin-Yoku di tre giorni e due notti: questa immersione in foresta, completa e totalmente rigenerante, è la formula prevista anche nel programma de La Via delle Foreste de La Grande Via.
Il partecipante dovrà predisporsi a questa esperienza straordinaria spogliandosi di qualsiasi accessorio: cellulare, orologio, macchina fotografica, e di qualsiasi preconcetto, pronto ad accogliere le emozioni e a prenderne atto.
Si inizia a percorrere lentamente e in silenzio il sentiero, immergendosi in natura, lasciandola penetrare in noi attraverso tutti i sensi, per riavvicinarci a essa.
L’unico senso che ha una corsia preferenziale con il cervello e il primo a essersi sviluppato, è considerato il nostro senso primordiale, capace di risvegliare ricordi ed emozioni a essi correlate. La foresta e i boschi, oltre ad avere una concentrazione di ossigeno elevata dovuta al fenomeno della fotosintesi, sono ricchi di sostanze chimiche chiamate fitoncidi, oli naturali emessi dalle piante per difendersi da parassiti, funghi e insetti e per comunicare con gli altri esseri vegetali.
Godiamo dei maestosi panorami sonori che solo la foresta ci può offrire: fruscii, cinguettii, scricchiolii, lo scorrere dell’acqua, il rumore di passi che calpestano la neve e, su tutti sovrano, il silenzio. Una tregua piena di pace che distende i nervi e rilassa la mente.
In foresta, lo splendore e la bellezza irradiate da ogni elemento della natura sono abbacinanti, resteremo ammaliati dai giochi di luce proiettati dalle foglie, dal verde intenso e benefico di tutto ciò che attorno a noi prospera rigoglioso e vitale.
Assaporeremo cibi naturali e ricchi di energia. Il nostro gusto tornerà sensibile. Torneremo a percepire i sapori originari degli alimenti. Raffineremo questo senso e sapremo apprezzare cibi finora sconosciuti.
La freschezza del respiro della foresta sarà lo spazio in cui ci muoveremo. La rugiada, la terra morbida, le superfici delle foglie, screziate, lisce e lucide, carnose o sottili come carta velina, saranno un’avventura costante e sorprendente.
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