Teniamo i bambini lontani dallo zucchero

Nel 2002, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandò che il consumo di zucchero non eccedesse il 10% delle calorie giornaliere (circa 50-60 gr di zucchero per un adulto sedentario), le lobby americane dello zucchero fecero pressione sul Congresso perché gli USA protestassero vigorosamente, minacciando di togliere il contributo finanziario americano all’OMS, sostenendo che non ci fossero prove solide che lo zucchero fa male alla salute. Quando, quest’anno, l’OMS propose di ritoccare la raccomandazione al 5%, stranamente non ci fu alcuna reazione. Solo il nostro Ministero della salute reagì, isolatamente, contro la proposta che avrebbe danneggiato l’industria nazionale senza avere, secondo il ministro, basi scientifiche. Ora si capisce l’atteggiamento delle lobby. Probabilmente sapevano che l’American Heart Association (AHA, la potente associazione dei cardiologi americani) avrebbe dopo poco pubblicato il suo comunicato su “Zuccheri aggiunti e rischio cardiovascolare nei bambini”, basato su un’attenta revisione degli studi scientifici (Vos MB et al. Circulation August 22, 2016). Lo zucchero (incluso fruttosio e sciroppo di glucosio e fruttosio da mais) aggiunto ai cibi contribuisce a ipertensione, dislipidemie, resistenza insulinica, diabete mellito, steatosi epatica e obesità, tutti fattori di rischio cardiovascolari.

Il comitato dell’AHA ha concluso che è ragionevole raccomandare:

  • che non si aggiunga zucchero ai cibi e alle bevande dei bambini nei primi due anni di vita
  • che bambini e adolescenti non consumino più di una lattina di bevande zuccherate alla settimana
  • che non si consumi più di 25 gr di zucchero (pari a 6 cucchiaini) al giorno, compreso lo zucchero già aggiunto alle bevande e ai cibi industriali.

La ragione della proibizione dello zucchero nei primi due anni di vita è che, come più studi hanno dimostrato, quello che il bambino mangia nei primi due anni sarà un cibo amato anche in seguito. Ovviamente ai bambini piace il gusto dolce, ma l’intensità del dolce che amano è quella del latte di mamma, molto meno dolce dello zucchero; non c’è alcuna ragione di drogarli con un dolce più intenso. Lo assaggeranno in seguito, ma più difficilmente ne rimarranno agganciati.
(FB ottobre 2016)