Speranza di vita in diminuzione anche in Italia

Dopo poche settimane dall’annuncio che la speranza di vita negli Stati Uniti d’America ha iniziato a diminuire ecco l’annuncio che anche in Italia sta diminuendo (ne hanno parlato i giornali il 27 Aprile 2016).
La speranza di vita è un concetto un po’ astratto: se i tassi di mortalità ad ogni età non cambiassero più per i prossimi 100 anni (cosa alquanto improbabile) in media i bambini nati nel 2015 vivrebbero 80 anni e le bambine 85 anni.
Negli ultimi 40 anni la speranza di vita della popolazione Italiana è aumentata in modo spettacolare, circa 3 mesi all’anno in media: nel 1975 la speranza di vita era di 70 anni per gli uomini e 75 per le donne, nel 2015 è di 10 anni in più per entrambi i sessi (120 mesi diviso 40 anni fa appunto 3 mesi all’anno). E’ stato il trionfo della medicina tecnologica e farmacologica, che mantiene in vita (anche se spesso non in buona vita) persone che 30-40 anni fa sarebbero morte.
L’annuncio di oggi è che dal 2014 al 2015, per la prima volta, si registra una lieve riduzione, di 2-3 mesi. (vedi la tabella dell’evoluzione della speranza di vita negli ultimi 40 anni nella sezione riservata ai soci).
I giornali hanno commentato che non si investe in prevenzione, che l’Italia è fra i paesi che investono meno, che non si fanno abbastanza vaccinazioni, abbastanza screening per i tumori, e che la crisi che ha tagliato drasticamente i finanziamenti per la sanità pubblica ha fatto il resto (la gente non ha soldi per farsi curare).

In realtà, a mio modesto parere, sarebbe meglio commentare sulle cause delle malattie croniche che i farmaci, pur sempre più efficaci, non riescono a contenere:

– il tabacco (in diminuzione, per cui diminuiscono anche i tumori, ma solo negli uomini, mentre nelle donne aumentano),

– l’obesità (quasi la metà della popolazione italiana è in sovrappeso e il trend è in aumento), la sedentarietà (solo un quinto della popolazione fa quotidianamente esercizio fisico),

– il cibo spazzatura (solo un quinto della popolazione rispetta la raccomandazione di 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, e molti non sanno nemmeno cosa siano i cereali integrali e i legumi che le raccomandazioni internazionali dicono di consumare quotidianamente),

– l’eccessivo consumo di cibo di provenienza animale. L’eccesso di proteine (specie animali) e di zuccheri e farine raffinate è la principale causa di obesità, eppure continuiamo a somministrare quotidianamente proteine animali e farine raffinate nelle mense scolastiche e ospedaliere (vedi www.coordinamentocambiamolamensa ).

Di queste cose non si parla perché potrebbero danneggiare la crescita economica. Di screening e vaccinazioni, che incidono minimamente sulla mortalità complessiva, invece si parla, perché promuovono la crescita.