Marijuana per alleviare il dolore cronico

Due articoli recenti su un’importante rivista medica americana fanno il punto sull’uso medico della marijuana. Sia essa fumata, in infusione, in pasticcini, in estratti naturali o sotto forma di cannabinoidi sintetici, numerosi studi clinici, ancorché non tutti di buona fattura, sono coerenti nel mostrarne l’efficacia nel controllo del dolore cronico: nel dolore da cancro, da neuropatie, ad esempio diabetiche, da artrite reumatoide, da spasticità nella sclerosi multipla, da problemi muscolo-scheletrici. L’efficacia per ottenere una riduzione del dolore di almeno il 30% (su una scala analogica) è mediamente del 40% superiore al placebo (Hill KP 2015 JAMA 313:474; Whiting PF 2015 JAMA313:2456).

Gli studi mostrano anche una discreta efficacia nel controllo della nausea e del vomito in corso di chemioterapia. Occorre tener presente che ci possono essere effetti collaterali (confusione mentale, ansietà, depressione, sintomi psicotici, assuefazione con sintomi da astinenza quando si interrompe il trattamento, alterato coordinamento motorio con conseguente rischio di incidenti stradali) per cui è prudente iniziare il trattamento con piccole dosi e monitorarne i sintomi. Tutti i farmaci contro il dolore – cortisonici, anti-infiammatori non steroidei, oppiacei – sono comunque associati a effetti collaterali anche gravi.

Per un’alternativa non farmacologica è utile considerare la dieta anti-infiammatoria, l’integrazione con acidi grassi omega-3, il magnesio e il miele, che riducono la sensibilità al dolore a livello del sistema nervoso centrale, evitare il consumo di solanacee, che la aumentano. È importante, inoltre, l’atteggiamento empatico di chi assiste il paziente. Per una discussione di questi presidi naturali si veda il capitolo sul dolore nel volume “Il cibo dell’uomo” o la sua versione aggiornata nella sezione del sito riservata ai soci de LaGrandeVia.