Il microrna-21, la dieta e la prevenzione del cancro

Gli RNA erano noti come messaggeri che copiano le informazioni del DNA e le trasportano a speciali organelli cellulari deputati alla sintesi delle proteine. Ad ogni gene (sequenza di DNA) corrisponde un RNA-messaggero che viene tradotto in proteine.

Da una ventina di anni sono stati scoperti i microRNA, piccole molecole di RNA che non servono a trasmettere istruzioni per produrre proteine, ma servono per regolare (in genere ostacolare) l’azione di specifici RNA-messaggeri e quindi la sintesi di specifiche proteine. Ne sono noti oltre 2000 e si continua  scoprirne di nuovi. Da 15 anni si sa che possono favorire o ostacolare la crescita dei tumori, interagendo con i geni della proliferazione cellulare, e da 7-8 anni si sa che la loro sintesi è influenzata dalla dieta.

In molti pazienti affetti da neoplasie si risconta nel sangue e nei tessuti una concentrazione elevata di  microRNA-21, uno dei primi microRNA scoperti, che ha la funzione di stimolare l’espressione di oncogeni (geni che stimolano la proliferazione cellulare, come mTOR) e di inibire l’espressione di geni oncosopressori (geni che riducono la proliferazione cellulare, come PTEN).   Il microRNA-21 è alto nei pazienti con neoplasie del colon, dell’esofago, del fegato, del pancreas, del sistema nervoso, e probabilmente di varie altre. La sua iperespressione, inoltre è associata al diabete, all’infarto e allo stato infiammatorio cronico che sta alla base di molte malattie degenerative.           È ipotizzabile che ridurre la sintesi di mcroRNA-21 aiuti a prevenire i tumori e a migliorare la prognosi.

Stimolano la sintesi di microRNA-21 la dieta molto ricca di grassi, la glicemia elevata e l’obesità.

Inibiscono la sintesi di microRNA-21 i grassi del pesce (omega-3), sostanze attive presenti nelle verdure della famiglia delle crocifere (l’indolilmetano di cavoli, broccoli, rape), nella soia (la genisteina, presente anche nei lupini e altri legumi, e nel kuzu), la curcuma, la quercetina (cipolle, mele, prezzemolo, capperi), nonchè il digiuno e le sostanze che mimano il digiuno (cioè che attivano gli stessi geni attivati dal digiuno) come il resveratrolo (presente nell’uva rossa e in altre bacche, e nelle arachidi) e, come abbiamo appena scoperto, la metformina, un farmaco derivato da un’erba selvatica, la Galega officinalis, usato da 60 anni per curare il diabete. In 96 donne trattate per tre mesi con una piccola dose di metformina (500 mg al giorno) abbiamo visto una riduzione significativa della concentrazione di microRNA-21 nel plasma. La metformina, inoltre, riduce la produzione di microRNA-21 nelle cellule tumorali mammarie coltivate in vitro e nei tumori mammari trapiantati nel topo (Pulito C et al. 2017 Cell Discovery 3:17022). Già si sapeva che i diabetici trattati con metformina si ammalano meno di cancro rispetto ai diabetici trattati con altri farmaci e ci sono indizi che, se si ammalano, la prognosi è migliore. Oggi conosciamo uno dei meccanismi di questo effetto favorevole: la riduzione del microRNA-21. Quindi manteniamoci snelli, approfittiamo della splendida ricchezza di sostanze protettive che troviamo nella varietà di verdura e frutta stagionali e, se ci ammaliamo, consideriamo che un aiuto potrebbe venire dalla metformina. Più studi sono in corso per valutare questa potenzialità.