Guarire l’intestino

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Perché l’intestino è così importante?

Un intestino che funziona bene aiuta a prevenire gran parte delle malattie che affliggono l’umanità: il diabete, l’infarto, il cancro, le malattie neurodegenerative, le malattie croniche dell’apparato digerente, respiratorio, urogenitale, le malattie autoimmuni e anche le malattie infettive, perché un buon intestino significa un buon sistema immunitario.  

Metà della popolazione dei paesi ricchi soffre di stitichezza, o di colite, o gastrite, o reflusso, o pancia gonfia, o  emorroidi, e le neoplasie dell’intestino crasso sono i tumori più frequenti. 

Da che cosa dipende la salute dell’intestino?

La salute dell’intestino dipende dai microbi che lo abitano – cento miliardi nell’intestino tenue, centomila miliardi nell’intestino crasso – migliaia di specie microbiche diverse che lavorano per noi, aiutano la digestione, sintetizzano vitamine, digeriscono le fibre producendo acidi grassi a catena corta, in particolare l’acido butirrico, che mantiene sana la mucosa e aiuta a prevenire i tumori.  

Eppure noi li sterminiamo questi microbi buoni, con armi di distruzione di massa. 

Da decenni si denuncia l’uso indiscriminato di antibiotici in medicina e nell’allevamento animale, e si muore sempre più di infezioni da germi che sono diventati resistenti agli antibiotici. 

Ripetuti trattamenti antibiotici nei primi anni di vita aumentano drammaticamente il rischio di malattie gravi, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn

Ma i pediatri lo sanno? 

Come si cura l’intestino

Metà delle prescrizioni di antibiotici sono giudicate inappropriate dalla medicina accademica stessa (Fischer MA et al.2021 Open Forum Infect Dis. 8: ofab412). 

Purtroppo molte prescrizioni giudicate appropriate, coerenti con linee guida ufficiali, sono anch’esse inappropriate. 

Gran parte dei gastroenterologi, ad esempio, trattano i pazienti con diverticoli intestinali, anche se non complicati da ascessi o peritonite, con antibiotici a vita. 

Ora finalmente uno studio clinico controllato dimostra che il trattamento antibiotico della diverticolite non serve; il controllo del dolore era addirittura migliore nei pazienti non trattati (Mora-López L et al. 2021 Ann Surg. 274: e435). 

Leggeranno questo articolo i gastroenterologi? Qualche informatore farmaceutico glielo porterà sulla scrivania? 

Da anni medici inascoltati curano con successo questi pazienti con diete antinfiammatorie, senza farmaci. 

La medicina del futuro avrà molta più attenzione per l’intestino e per i suoi microbi

Da quando sappiamo esaminare il DNA delle feci per identificare i batteri che le abitano, le pubblicazioni scientifiche sul microbiota e le malattie croniche aumentano esponenzialmente. 

Già ci sono migliaia di pubblicazioni sulle disbiosi intestinali che accompagnano obesità, diabete, malattie cardiovascolari, tumori, malattie neurodegenerative, e sempre più studi sull’influenza dei microbi intestinali sulle terapie

E già è esploso il business degli esami del microbiota fecale e dei nuovi probiotici.

Auguriamoci che questo entusiasmo aumenti l’attenzione dei clinici anche su quello che mangiano i pazienti, cioè sulla causa principale dell’equilibrio o del disequilibrio dei microbi intestinali. 

Quanto conta la dieta per la salute dell’intestino

È noto ad esempio che il rischio cardiovascolare associato al consumo di salumi e carni rosse è almeno in parte mediato dalla trasformazione della carnitina in TMAO (trimetilamina N-ossido) ad opera di batteri intestinali, in particolare dai proteobatteri, proinfiammatori. 

Il TMAOsi accumula nel cuore, nei reni e in altri tessuti causando reazioni infiammatorie, aggregazione piastrinica (con rischio di trombosi) e ostacolando la rimozione del colesterolo dalle arterie (Y Zhang 2021 Transl Res 228:109).

Già si studiano farmaci per inibire la sintesi di TMAO, ma è chiaro che la sua produzione dipende dal microbiota di chi ha una dieta ricca di carne, grassi animali e zucchero, mentre la dieta mediterranea è protettiva.

Molte sostanze vegetali, infatti, come l’allicina dell’aglio, il resveratrolo dell’uva e delle arachidi, il di-indolilmetano dei cavoli e la berberina del crespino riducono la produzione di TMAO. 

Piuttosto che assumere integratori, mangiamo regolarmente i cibi che contengono queste sostanze! 

Un altro esempio: è stato riscontrato che i pazienti con alta biodiversità microbica rispondono meglio alle terapie immunologiche per i tumori (Gopalakrishnan V 2018 Science ;359:97), tanto che già si pensa di trattare i pazienti con trapianti fecali da persone con una buona diversità (E N Baruch2021 Science 371:602; H Stower 2021 Nat Med 27:21).

Ottime ricerche, ma una buona biodiversità intestinale la si ottiene soprattutto con una buona biodiversità di cibi, soprattutto vegetali.