La Via artica per la prevenzione

di Franco Berrino

Negli anni sessanta la Finlandia era nota agli epidemiologi per la sua altissima incidenza di infarti cardiaci e di tumori polmonari. Era stata scelta nel famoso studio dei sette paesi come il paese con la più alta incidenza di malattie cardiovascolari, più alta che negli Stati Uniti e in Olanda e molto più alta che in Jugoslavia, Italia, Grecia e Giappone.  Lo studio dimostrò che la concentrazione plasmatica del colesterolo era molto più alta che altrove e ciò era dovuto all’elevatissimo consumo di grassi saturi, soprattutto burro, dei finlandesi. Un brillante esperimento sull’uomo dimostrò che trasferendo un gruppo di finlandesi nel Cilento e un gruppo di napoletani in Finlandia nel volgere di poche settimane il colesterolo dei primi diminuì e quello dei secondi aumentò significativamente.

Negli stessi anni il confronto  fra i dati del registro tumori finlandese con quelli del registro norvegese mostrava che l’incidenza delle neoplasie del polmone era tre volte più alta negli uomini Finlandesi che nei Norvegesi. Inizialmente non sembrava che il diverso consumo di tabacco, solo lievemente inferiore in Norvegia,  potesse spiegare tale differenza e si ipotizzò che la pratica della sauna contribuisse al rischio. Studi successivi che tennero conto del numero di anni di consumo di tabacco chiarirono che effettivamente il tabacco spiegava gran parte della differenza e scagionarono la sauna. Studi più recenti mostrarono poi che, a parità di sigarette fumate, i grassi saturi della dieta contribuiscono alla causa del cancro polmonare.

Un grande esperimento di sanità pubblica condotto in Karelia, la regione più orientale della Finlandia, dimostrò che, informando la popolazione del rischio di consumare così tanti grassi saturi e di fumare, si poteva ridurre l’incidenza di queste patologie. L’impatto dello studio fu tale che le patologie diminuirono non solo in Karelia ma in tutto il paese.  Nei 25 anni dello studio la mortalità per cancro del polmone si ridusse del 70% in Karelia e del 60% in Finlandia. Oggi l’incidenza del cancro del polmone negli  uomini Finlandesi è la più bassa d’Europa (circa 64 nuovi casi annui ogni 100.000 abitanti). È uno dei pochi esempi al mondo di un programma preventivo di portata nazionale realizzato grazie alla collaborazione degli esperti di sanità pubblica con le amministrazioni nazionale e locali e con il sostegno dell’OMS. La Finlandia rimane comunque un paese con un eccessivo consumo di grassi saturi. Come in tutta Europa, la vita sempre più sedentaria e l’invasione dei fast food e dei cibi industriali ha contribuito a promuovere l’obesità e le malattie croniche. La mortalità per malattie cardiovascolari (infarto + ictus = 220 decessi annui ogni 100.000 abitanti) è ancora fra le più alte d’Europa, ma si è più che dimezzata rispetto ai tempi del North Karelia Project. Nel corso dei 25 anni del progetto la mortalità cardiovascolare si era ridotta del 73% in North Karelia e del 65% nell’intera Finlandia.

La dieta finlandese è comunque molto ricca di pesce, di pane integrale e altri prodotti di segale, e di bacche selvatiche, che riducono il rischio. L’aria è pura (la Finlandia è il paese occidentale a più basso inquinamento atmosferico), l’acqua è pura (si può bere l’acqua dei fiumi e degli innumerevoli laghi), le immense foreste sono un’eccezionale riserva di ossigeno e di bellezza che attivisti ecologisti cercano di difendere da interessi minerari e commerciali.

La Grande Via collabora con gli attivisti de La Via Artica  per promuovere il rispetto della natura e la longevità in salute attraverso il cibo naturale, il trekking e le passeggiate nella foresta per la raccolta delle bacche e delle erbe selvatiche, e la meditazione nel silenzio artico.

Anche la tradizione della sauna ha dimostrato di essere una via efficace per la prevenzione: studi prospettici dimostrano che riduce la pressione arteriosa e che il rischio di morire di cuore o di sviluppare una demenza senile, in particolare l’Alzheimer, è più che dimezzato ( Laukkanen T et al. 2015 Jama Int Med 175:542; Laukkanen T et al. 2017 Age Ageing 46:245), la protezione significativa è per chi ha l’abitudine di praticare la sauna tutti i giorni o quasi. L’ipotesi che non sia tanto la sauna a proteggere bensì il fatto che sono le persone più sane che la praticano più frequentemente è stata smentita da studi che mostrano che la sauna è protettiva sia in chi è in buona forma fisica sia in chi non lo è, quindi per ogni livello di fitness cardiovascolare. A parità di fitness il rischio di sviluppare ipertensione arteriosa è quasi dimezzato in chi pratica la sauna tutti i giorni o quasi rispetto a chi la fa meno di due volte alla settimana (Zaccardi F et al. 2017 Int J Hypertens 30:1120). I meccanismi di protezione sono probabilmente molteplici, ma uno dei più importanti è l’effetto sullo stato infiammatorio cronico: a parità di età,  sesso, consumo di tabacco e di alcol, indice di massa corporea, esercizio fisico, livelli di colesterolo, pressione arteriosa, presenza di diabete o precedenti eventi cardiovascolari, la proteina C reattiva (un indicatore di infiammazione) è tanto più bassa quanto più le saune sono frequenti. La sauna è generalmente associata a brevi bagni di acqua fredda, i cosiddetti  ice swimming, il cui effetto fisiologico non è stato ancora ben studiato; si ipotizza comunque che il contrasto fra caldo e freddo migliori la circolazione (l’elasticità delle arterie) e stimoli la produzione di grasso bruno, il grasso deputato alla termogenesi, utile per prevenire l’obesità.

 

 

A breve ripartiremo per la magica Finalandia!