Difendiamo i nostri microbi

Abbiamo già dato notizia degli studi che hanno riscontrato un maggior rischio di tumori della mammella nelle donne che hanno subito prolungati trattamenti antibiotici. Oggi compare uno studio che confronta la composizione della flora intestinale in donne in età menopausale con tumore mammario e in donne sane. La principale differenza è che le prime hanno una minore varietà di specie batteriche nell’intestino, una minore biodiversità microbica (Goedert JJ 2015 J Natl Cance Inst 107 issue 8). È ragionevole ipotizzare che effettivamente l’abuso di antibiotici favorisca il cancro mammario attraverso un impoverimento della flora batterica.
Il meccanismo preciso con cui i microbi intestinali proteggono dal cancro mammario non è noto, ma da un lato sappiamo che una biodiversità microbica è associata a più bassi livelli plasmatici di proteina reattiva C (PCR, indicatore di stato infiammatorio cronico) e di insulina, due fattori associati a un maggior rischio di cancro, dall’altro che molte specie microbiche contribuiscono a rendere disponibili sostanze nutrizionali protettive che altrimenti non sarebbero assorbite. Ad esempio il solforafano, una sostanza antitumorale presente nei cavoli e nei broccoli, richiede la presenza di specifici batteri per essere liberato dai glicosinolati che lo contengono. Anche nel caso dei tumori intestinali si è osservato che la flora batterica è diversa fra chi è malato e chi no, con meno batteri capaci di fermentare le fibre e produrre acido butirrico, il nutriente della mucosa sana che ostacola la proliferazione tumorale. Sappiamo ancora troppo poco per usare i microbi per la prevenzione dei tumori, ma sappiamo che la diversità microbica dipende dalla varietà della nostra dieta, in particolare dalla varietà di fibre vegetali che consumiamo. Inseriamo dunque nella nostra dieta tutta la varietà vegetale che offrono le stagioni.